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DIARIO
Immagine del redattoreSancoradaScrivere

Aspetta qui, grazie.



🕰️Stamattina, mentre correvo da una parte all’altra della casa, tra lavatrici da programmare, letti da fare, bambini da sistemare con un occhio sempre incollato all’orologio, mia figlia mi ha detto: “mamma ma perché dobbiamo andare sempre in fretta ?”⌚

👧🏼L’ho guardata un attimo- il suo visino interessato- mentre la preparavo per la scuola, e le ho spiegato che il tempo che abbiamo viene suddiviso in relazione alle cose che dobbiamo fare, alle regole da rispettare, agli obiettivi quotidiani. Come a scuola-le ho detto- tra il momento del disegno, quello del gioco, quello della scrittura e quello della mensa.

Mi ha guardata un po’ perplessa e poco convinta in realtà, ma fortunatamente è felice di andare all’asilo quindi, tutto sommato, si fa preparare abbastanza velocemente.☺️



Perché corriamo sempre? Orari, impegni, scadenze, regole.

Per non perdere tempo, per risparmiare tempo…ma per cosa?


🐘Quando sono stata in Africa qualche anno fa, il concetto di tempo è stato una delle cose che mi ha principalmente colpito, insieme a quello di spazio. Lì i giorni sono scanditi dal sole. ☀️Alle prime luci del mattino la gente, tanta tanta gente, è già all’opera. Per le strade sterrate e polverose un brulicare di persone, le chiese gremite per la messa del mattino, ovunque echeggiano canti e i suoni particolari prodotti dalla lingua si mischiano a quelli della natura e degli animali che si svegliano.



Da occidentali perfetti, abituati ad una tabella di marcia, alla voglia di fare e di conoscere più persone e cose possibili, stabilivamo le nostre tappe quotidiane, ma la gente del posto andava piano…soprattutto durante le ore di punta, dove il caldo può essere davvero asfissiante.

Un impegno al giorno. Uno solo. Questo per loro è possibile, questo è tempo. Domani c’è questo appuntamento, uno soltanto, di più non si può.

👣Ci si sposta a piedi in Africa. Non tutti possiedono un mezzo, né ho visto mezzi pubblici circolare sul terreno, a parte le moto ed alcune vecchie automobili adibite a taxi scure e sporche, rosse come la terra. Un impegno in un giorno si misura in ore di cammino alle volte, per sentieri nella foresta o in pianure senz’ombra.

E si attende. Per minuti, per ore.



La pandemia mi ha riportato in Africa.

“Rispetta la distanza di sicurezza. Aspetta qui. Grazie”, Tempo e spazio modificati. E così tutto si è rallentato.

Mentre prima in un paio d’ore riuscivo ad andare al negozio di frutta, a prendere il pane 🥖, fare due passi, magari fermarmi al bar a consumare un caffè ☕e in edicola per dare un’occhiata alle nuove uscite 🗞️, ora al negozio di frutta attendo il mio turno; c’è già fila, perché all’interno bisogna rispettare le distanze ed entrare al massimo in due alla volta, sempre con i dispositivi di protezione 😷, e il vecchietto che sta ordinando non capisce cosa dice il negoziante con la mascherina e allora lì a ripetere entrambi diverse volte le stesse cose magari gesticolando per comprendersi a causa del viso coperto. La stessa cosa dal panettiere, al bar, in edicola e così via al punto che le due ore libere si trasformano in quattro e purtroppo sono troppe e diventa necessario rimandare il “superfluo” per conservare l’essenziale. 🍀

E in questo modo, mentre aspetto e rispetto le distanze, compiendo il necessario, rifletto sul tempo e sullo spazio, lo scandire dei giorni e la luce del sole, il passato che è ancora presente in molti luoghi, lo sguardo dei miei figli e l’essenza dei giorni.

⏳Penso che una cosa di sicuro il tempo lo è: un dono meraviglioso. Nonostante tutto. ♥️







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