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DIARIO

Il secondo amore



Ho scoperto di amare davvero quando è nata mia figlia.

Non che l’amore per un uomo non sia amore, perché è profondo e particolare, ma l’amore per un figlio è un qualcosa di viscerale e inaspettato, qualcosa che ti cambia profondamente e per sempre. Qualcosa che toglie fuori tutte le tue paure e i tuoi mostri del passato e te li fa sfilare davanti come ad una fiera di ricordi scomposti, da mettere in ordine, etichettare, dargli il giusto senso e trasformarli in positivo.

Lei è stata questo per me. Mi ha trasformato in positivo.

Ha dato un senso a tutto quello a cui non ero riuscita a darne, con le sue manine morbide e il suo bisogno di me…mi ha dato la vita.

E’ stato difficile accettare il cambiamento, l’idea che dopo tanta lotta per amare la solitudine con me stessa, non sarò mai più sola. Che un esserino piccolo dolce e indifeso aspetta solo me per vivere e sopravvivere, e sappiamo che non basta il solo nutrimento del corpo, ma servono i baci, le carezze, le parole pronunciate dolcemente con un filo di voce nella notte, le lacrime asciugate, i giochi condivisi, gli sguardi comprensivi, la costante e sicura presenza risolutrice di ogni problema.

Credevo che il mio cuore non potesse ospitare un altro amore così…pensavo che non avrei mai potuto dividerlo con niente e con nessuno. Scomporre il mio affetto sarebbe stato ingiusto? Sarebbe stato come un tradire, un trascurare, come un disattendere alle necessità, alle aspettative e ai desideri?

Poi quando è arrivato il mio secondo amore ho compreso che il cuore di una donna, non può mai scomporsi, può soltanto espandersi per fare ancora più posto, così come il corpo, in un palpitare doppio che è un mistero unico e miracoloso.

E quanti sogni inquieti in quella notte di attesa...quanti pensieri per quello che sarebbe avvenuto domani...e come ho stretto mia figlia sapendo che quell’ abbraccio sarebbe stato speciale fra noi. Un abbraccio di una storia che finisce per darne inizio ad una nuova non più in tre ma in quattro vite.

E poi un bacio veloce per non mostrare la paura di tutto: del parto, di stare lontana, della pandemia e del fatto che non sapevo come sarebbe andata...perché noi mamme non lo sappiamo mai.

Un insieme di tremori -non solo per il freddo- di odori forti di disinfettanti, di battiti accelerati. Un velo sul viso fissando l’orologio con lo sfondo bianco sulla porta e in un groviglio di sensazioni strane, il tuo peso e il tuo calore su di me. In un attimo eri qui e tutto sarebbe andato bene. ❤️

Soli io e te in un lockdown appena decretato. Nel silenzio della notte in cui ti ho stretto al mio cuore, pelle a pelle, per non lasciarti andare mai.

E quel profumo chi se lo scorda più....negli abbracci d’amore che ci siamo dati tutta la notte fino a che le luci dell’alba non filtrarono dalle persiane semichiuse, mentre ti nutrivi di me con tenerezza infinita.

Giorni in cui tutto è cambiato.

Ho scoperto di amare quando è nata mia figlia, ma ho scoperto di essere infinita, immensa e sconfinata quando è nato mio figlio.

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