E le vedi lì cosi, decadenti e bellissime, nel loro fascino di un passato che non potrà mai ritornare.
Loro...le più intriganti custodi di storie.
Tocchi le mura di pietra, ascolti il vento che gioca con i brandelli di tessuto o con una finestra rotta, uno stormo di uccelli che si libra gracchiando, un rametto che scricchiola al passaggio di una lucertola…il tempo sembra essersi fermato.
Aspetto immobile il ritorno degli operai dai campi; li vedo avvicinarsi con i loro attrezzi da lavoro mentre il cane pastore ricongiunge gli armenti e li conduce verso le stalle e gli abbeveratoi.
Tolgono gli abiti logori da una lunga giornata di lavoro, scambiano un sorriso e una battuta mentre si lavano per la cena che li attende.
Le risate dei bambini distolgono il mio sguardo e seguendo la loro corsa intorno alla casa, senza fiato, mi ritrovo al piano di sopra della cascina dove, nella stanza da letto, una giovane ripone le lenzuola pulite in una credenza a muro azzurra. Il rumore delle stoviglie e un profumo delizioso di carne arrostita al fuoco mi conduce nella cucina piccola raccolta e luminosa. Le donne indaffarate si apprestano a servire la cena. Nello scendere le scale tireranno su il grembiule tenendo con attenzione il pentolone per non scivolare.
In questa stagione è ancora bello mangiare fuori sotto il portico al tramonto. La luce risplende tra le ciocche che fuggono dai loro capelli raccolti…sciami di insetti in lontananza ronzano in cerchio su se stessi. Il piacevole sciabordio del vino versato nei bicchieri, i sorrisi stanchi ma soddisfatti, la gioia del lavoro e delle cose semplici.
Mi sento accolta e benvenuta.
A volte manca il coraggio di vedere il bello delle cose. Siamo cosi abituati al male e l’ignoto oramai è cosi colmo di negatività, che nel passato, nell’abbandono riusciamo a vedere solo il tetro o l’incubo.
C’è ancora bellezza, c’è ancora cura, c’è ancora vita.
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